Introduzione alla magia del segno grafico nel XV secolo

Testo di Gabriele Omodeo Vanone. Tutti i diritti riservati
1496.gabrieleomodeo.it

Lo sviluppo della scrittura per glifi astratti, cioè segni non pittorici, non figurativi, ma astratti e potenzialmente non auto-descrittivi, rappresenta una delle conquiste logiche e tecnologiche più importanti dell'intera storia dell'umanità, tanto da rappresentare tradizionalmente la pietra miliare della transizione da preistoria a storia.

Una serie di paroloni, composti di grafemi (le lettere dell'alfabeto latino) condivisi e compresi da quasi metà della popolazione mondiale. Su questo punto è sorprendentemente difficile reperire un dato credibile sull'esatta diffusione dell'alfabeto latino - in termini di numeri. Più facile è dare un'idea del quadro generale: restando nell'Unione Europea, di 28 paesi membri (contando ancora la Gran Bretagna, uno degli stati che utilizza l'intero insieme di 26 caratteri, accenti esclusi, dell'alfabeto latino) e di attuali 5 candidati, solo 6 adottano alfabeti non latini, in particolare: l'alfabeto greco(Grecia, Cipro) e quello cirillico (Bulgaria). I rimanenti tre domini, Montenegro, Macedonia del Nord e Serbia (presenti candidati), adottano un misto fra l'alfabeto cirillico e quello latino. La Turchia, altro candidato, ha abbandonato l'alfabeto arabo da meno di 200 anni.

Un quadro che fa riflettere sull'importanza di una scrittura pulita e facilmente
comprensibile. Con l'introduzione di metodi digitali, la scrittura si è
rivoluzionata in uno strumento assolutamente accessibile: la stampa, la condivisione,
la visualizzazione di caratteri precisi e condivisi è parte integrante della
quotidianità dell'uomo europeo di metà XXI secolo. Faremo ora un salto indietro di
600 anni, per vedere cosa accadeva nella quotidianità dell'uomo europeo di metà XV
secolo. In termini di scrittura, questo secolo ha dato tantissimo alla cultura
occidentale: la codifica dei segni in caratteri tipografici per la stampa, la
forma mentis di pensiero.

Per cominciare, però, abbandoniamo il mondo della stampa digitale, e anche della
stampa tradizionale - Gutenberg, considerato iniziatore della stampa, muore nel
1468 - e concentriamoci sulla scrittura amanuense. Cioè quella che, per la
maggioranza degli uomini europei di metà XXI secolo, si tradurrebbe in zampe di
gallina.

Nell'europa tardo-medievale, l'alfabeto latino è in diffusione. In Europa del Nord
si è abbandonato l'alfabeto Ogham da almeno un millennio, mentre nei paesi
dell'Europa centrale si è abbandonato l'alfabeto runico da poco meno. L'alfabeto
greco gode di ampia popolarità in Grecia, mentre l'est Europa è costretto
all'utilizzo del - relativamente - giovane alfabeto cirillico; la Turchia scrive
ancora in arabo, come molti paesi di influenza mediorientale.

Incredibile a dirsi, ma facile da verificare, molti uomini del XXI secolo hanno
perso - o, per meglio dire, non hanno mai acquisito - la capacità di leggere la
maggioranza delle grafie in uso nella metà del XV secolo, e nel tardo Medioevo in
generale. Il motivo risiede nella particolare forma e complessità dei caratteri
usati ed insegnati, non solo negli ambienti monastico-religiosi, ma anche in
quelli laici, specie laddove le necessità mercatorie impongono di tenere registri
e scambiare informazioni, per non parlare delle cancellerie degli organi di
governo.

Provare per credere: le iscrizioni dell'Arco di Tito, a Roma, frutto di una
cultura vecchia di duemila anni e così lontana dalla mentalità dell'odierna
Europa, sono facili da decifrare, se confrontate con una pagina del Libro delle
Ore di Caterina di Clèves. Provare a spiegare le ragioni di questa meraviglia in
poche righe sarebbe folle, basti dire che il motivo si ricerca nella complessità
di una grafia detta Textura Quadrata, quella del Libro delle Ore, in
contrapposizione ad un segno più lineare, spaziato e diverso della scrittura
Lapidaria Romana dell'Arco di Tito.

 
fig 1: Esempio di lettera nigra in una Bibbia del 1407, vergata da Gerard Brils e in mostra all'abbazia di Malmesbury, Wiltshire, Regno Unito

Gli studenti di un corso di Paleografia che stessero leggendo in questo momento
vorranno fare due chiacchere con l'autore. Pregando che non mi incontrino mai in
un angolo buio e senza vie d'uscita, dopo tante parole spese, sarebbe bene da
parte mia puntualizzare l'ovvio: il discorso è talmente ampio da coprire
comodamente decine di pagine. Piuttosto che dare una spiegazione accademica,
puntuale, quella che vorrei dare è una introduzione al magico mondo della grafia,
della calligrafia e della storia del segno per comprendere l'autunno del medioevo
occidentale.

Finora abbiamo visitato molti dei concetti chiave dell'argomento - giusto per un
caffè, dico. Spostando il cursore della velocità del tempo, a partire dalla
scrittura Lapidaria (e dalla sua, più informale, variante, la Corsiva Romana),
vedremmo la nascita di una scrittura Unciale, una grafia morbida, dalle forme
tonde e aggraziate, che introduce la versione ammorbidita della 'V' Lapidaria, la
'u', in sostituzione. Proseguendo, la Carolingia, sempre morbida e aggraziata, ma
simile al "nostro" carattere minuscolo non corsivo. Da questa, si sviluppa la
scrittura (Proto)Gotica, la protagonista del tardo medioevo. La scrittura Gotica,
o Lettera Nigra, comincia ad essere diffusa in Europa nel XII secolo e continua ad
essere usata oggi. Geometrica, basata su pochi movimenti della mano facilmente
riproducibili e serializzabili, studiata per coprire quanto più spazio possibile,
si differenzia nella Textura Quadrata, poi Fraktur nei paesi di estrazione
Germanica, e nella scrittura Umanistica, popolare nella penisola Italiana e base
per i caratteri dell'epoca moderna.

 
fig 2: Una pagina della Bibbia di Gutenberg, ca 1454 - 1455. Esempio di lettera nigra per la stampa.

Se la Lettera Nigra è scura, criptica e dal ritmo regolare, la scrittura
Umanistica è l'esatto opposto: dal segno sottile, spaziato, aggraziato e leggero,
è adatta anche a documenti che vanno redatti in fretta, come i registri
commerciali. Sebbene serializzabile, la Lettera Nigra richiede tempo per essere
realizzata con regolarità, e, dunque, è relegata a documenti più ricchi ed
esclusivi.

A questo punto del discorso, vale la pena di tirare un attimo di respiro, e
fermarsi: ora che abbiamo introdotto alcuni concetti di base, si potrà andare in
verticale in più di un argomento.

Bibliografia:
[1] Charles F. Briggs (2000) Literacy, reading, and writing in the medieval West,
Journal of Medieval History, 26:4, 397-420, DOI: 10.1016/S0304-4181(00)00014-2
[2] Minute del laboratorio di approccio alla scrittura gotica, Gennaio 2019 -
Fondazione Abbatia Sancte Marie de Morimundo; Morimondo (MI)
[3] Vivien Lunniss, Manuale di calligrafia, ISBN: 987-88-6520-744-4
Powered by Blogger.